“Sono sempre alla ricerca della prossima sfida ed è il motivo per cui questa professione mi si addice così bene”, spiega Mlinarevic quando gli si chiede se gli piace ancora lavorare come chef. Chiunque abbia parlato di cucina e cibo con lui, si è trovato di fronte un interlocutore appassionato, al quale bastano semplici parole chiave come “crocchette di pollo” o “barbabietola” per formulare una serie di brillanti idee. “Durante tutta la giornata mi vengono in mente cose che potrebbero essere fatte in modo nuovo, diverso o migliore” spiega, ammettendo anche che ha dovuto imparare a strutturare meglio la sua creatività e a gestirla con maggiore efficienza.
Oggigiorno, essere uno chef è uno stile di vita invidiabile. Cercando l’hashtag #chefslife su Instagram, si trovano più di due milioni di post, ma per uno come Nenad Mlinarevic la motivazione non può essere questa. Avere successo rapidamente non gli interessa ed è veramente soddisfatto solo se l’entusiasmo del pubblico per un progetto non diminuisce nemmeno dopo anni: “Voglio creare cose senza tempo” spiega lo chef, azzardando un paragone automobilistico e alludendo all’iconica Porsche 911. Secondo il suo modo di pensare, un progetto gastronomico ha raggiunto il suo obiettivo solo se dopo due o tre anni è ancora “cool”.
Dopo il grande successo della “Stadthalle” e i successivi progetti di riorientamento dei locali zurighesi tradizionali “Bauernschänke”, dove vengono serviti moderni “piatti benessere”, e “Neue Taverne”, con una cucina innovativa a base di vegetali, Nenad Mlinarevic ha realizzato il suo sogno di acquistare una 911. “Il mio obiettivo da giovane era riuscire a guidare una Porsche al più tardi a 30 anni. Ma da cuoco di umili origini e con un lavoro fisso era praticamente impossibile. Poi, a 36 anni, ho finalmente potuto realizzare il mio sogno”, spiega.